Commento al Vangelo, Vangelo della domenica

Gesù che chiede all’acqua

Battesimo di Cristo, Piero della Francesca, Londra

Commento al Vangelo del Battesimo del Signore (A)

Mt 3,13-17
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Avvento e Natale, Commento al Vangelo

Imparare dai Magi

Murillo, Adorazione dei Magi, Toledo (1655)

Commento al Vangelo dell’Epifania

Il racconto del viaggio e dell’ adorazione dei Magi è nel Vangelo di Matteo 2,1-12. Ne riporto un piccolo brano (2,9-11) e un mio commento. 

  Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

Avvento e Natale, Commento al Vangelo

Il Verbo è carne, luce, vita

A. Trevisan,"Giuseppe e Maria" pag. 83

Seconda domenica dopo Natale

Nella seconda domenica dopo il Natale, si legge nella Messa il Prologo del Vangelo di Giovanni.       

Gv 1,1-18
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.

Chi è quel bambino di cui gli angeli hanno parlato nel cielo di Betlemme, e che i pastori hanno visto reclinato nella mangiatoia della grotta, che Giuseppe e Maria hanno chiamato Gesù come aveva detto l’angelo? Il quarto Vangelo inizia con un inno, un canto, una poesia, una dichiarazione di fede e di amore che non ha dubbi: quel bambino, quell’uomo crocifisso e risorto e asceso al cielo, è la Parola di Dio che si è fatta carne. Quel bambino è la Sapienza di Dio che ha finalmente fissato la sua tenda tra noi come aveva promesso: “colui che mi ha creato mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele” (Sir, 24,8). Proprio quel bambino che piange e sorride, che la madre allatta e fascia, che dorme e si sveglia, è il Verbo di Dio che era presso Dio fin da quando “in principio Dio creò il cielo e la terra”. Dio creatore ha fatto per mezzo di lui tutte le cose che esistono. Bambino Dio, uomo Dio che abbiamo visto crescere e abbiamo contemplato da adulto: pieno di grazia e di verità. Lo abbiamo seguito. Adesso che è tolto dal nostro sguardo, lo possiamo ritrovare in tutte le cose, perché tutte recano la sua impronta, la sua firma, il suo volto. Lo riconosciamo in ogni realtà del creato. La sua traccia è in ogni uomo. Davvero ogni uomo sta nel prologo di Giovanni: il Verbo fatto carne è la vita, e la vita è la luce “che illumina ogni uomo”, “perché tutti credano attraverso di lui”. Nel Prologo ci sono anche le tenebre, gli ostacoli che in tutto il vangelo si ergono per distruggere la potenza della luce e della vita. Ma non vincono. Il messaggio del Prologo è realistico ma é del tutto positivo per quel che riguarda Dio nel suo agire verso di noi: nel Verbo che si fa carne, c’è “la luce”, c’é “la vita”, c’è “grazia su grazia” che attraverso di lui riceviamo. La possibile negatività è solo nelle tenebre, che avversano il Verbo, e in chi non lo accoglie, ma se lo accogliamo ci dà il potere di diventare figli insieme con lui. Attraverso di lui conosciamo Dio: nessuno lo ha mai visto ma lui che sta nel seno del Padre ce lo ha rivela. Mostrami Signore il tuo volto! La domanda dei giusti dell’antico testamento finalmente ha risposta, e non è più necessario morire. “Filippo, chi ha visto me ha visto il Padre”. Il discepolo amato che nell’ultima cena si appoggia sul petto di Gesù, fa ciò che il Figlio fa con il Padre. E anche lui, come apostolo, come evangelista, poi ci rivela il Figlio. Ogni cristiano è chiamato a essere come il discepolo amato: ad appoggiarsi sul petto di Gesù, conoscere il suo cuore, fare esperienza della sua carne, cibarsi del suo corpo e del suo sangue, e poi rivelarlo al mondo come Parola di Dio che si è fatta carne come noi, per rendere noi figli di Dio come lui.

Avvento e Natale, Commento al Vangelo

Il grembo della madre

A. Trevisan "Giuseppe e Maria..." p. 95

Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, A

Auguri per il nuovo anno che comincia sempre sotto la protezione della Madre di Dio, il 1 gennaio. Il Vangelo di Luca narra dell’incontro con i pastori e della circoncisione nella quale gli fu dato il nome di Gesù. Un mio breve commento.   

Luca 2, 16-21
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Commento al Vangelo, Vangelo della domenica

Il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco

El Greco, Guarigione del nato cieco, Galleria nazionale, Parma

Commento al Vangelo domenica XXVI (Anno B)

Per fede Bartimèo ricevette l’insegnamento del padre Timèo. Per fede si preparò all’incontro con il Maestro attraverso la preghiera.
Per fede si mise a urlare: abbi pietà di me! Per fede balzò dal ciglio della strada e lanciò via il mantello con tutte le sue povere speranze di protezione. Per fede chiese: “Maestro mio, che io veda di nuovo!”. Per fede lo seguì lungo la strada della vita.