Avvento e Natale, Commento al Vangelo

Il grembo della madre

A. Trevisan "Giuseppe e Maria..." p. 95

Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, A

Auguri per il nuovo anno che comincia sempre sotto la protezione della Madre di Dio, il 1 gennaio. Il Vangelo di Luca narra dell’incontro con i pastori e della circoncisione nella quale gli fu dato il nome di Gesù. Un mio breve commento.   

Luca 2, 16-21
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

L’unico accenno a Maria di tutti gli scritti di Paolo è nella lettera ai Galati: “quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna”. Dio ha mandato il suo Figlio a diventare uno di noi e ha voluto che nascesse da donna, che vivesse l’esperienza inventata da Lui, che tutti noi facciamo, di abitare nove mesi nel grembo di nostra madre. Lì ciascuno di noi ha la prima esperienza della vita, conosciamo il battito del cuore della madre che diventa il ritmo dolce, la colonna sonora che scandisce tutta l’esistenza. In quel luogo sperimentiamo il primo calore del corpo umano che ci avvolge, la prima esperienza della tenerezza, comprendiamo la forza di essere nutriti dal corpo e dal sangue della madre. Sperimentiamo i sussulti dei suoi spaventi e la dolcezza delle sue gioie. La felicità dell’affetto che riceve dal marito diventa nostra felicità e ci fa esultare nel grembo. Luca dice che dopo otto giorni “gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.” Concepito nel grembo. Il linguaggio della Bibbia dice così: non nel pensiero, non nelle discussioni accademiche. Piace alla parola di Dio, con il linguaggio semitico, mettere in risalto il grembo della madre. Noi diremmo: concepì, fu concepito. La Bibbia aggiunge: nel grembo. E’ la nostra prima casa e fu quella di Gesù. La terra dove mettiamo le radici più profonde. Quel grembo che la Bibbia eleva a simbolo della misericordia di Dio: grembo di misericordia ha il nostro Dio. Gesù che ci porta la misericordia del Padre, ha sperimentato nel grembo la misericordia della madre. Dopo otto giorni lo chiamarono Gesù, ma aveva questo nome già prima di cominciare a vivere nel grembo della madre. Durante quei nove mesi la madre e Giuseppe lo avranno chiamato così molte volte: Gesù, Gesù mio, Gesù figlio nostro! Chiamarlo così era pregare con il senso di quelle parole: Oh Dio, salva il tuo popolo! E anche affermare con fede: Dio salva! Maria dicendo dolcemente Jeshu’a! mentre accarezzava il grembo e Gesù li custodito, chiedeva e sperava.Quando i pastori vanno da lei, il bimbo è adagiato nella mangiatoia: il secondo grembo, la seconda casa della sua vita. E così il grembo di Maria è libero di accoglierli nella sua maternità. Con Giuseppe apre la porta della sua grotta senza timore, lascia che guardino il frutto del suo grembo. Poi ascolta, con Giuseppe, il loro racconto. Lo stupore è la chiave per aprire la porta del cuore. Li fa entrare attraverso i suoi occhi, nel suo cuore. Custodisce le loro parole, i fatti che raccontano, i loro volti, i loro problemi, la loro povertà, nel suo grembo già pronto ad accogliere altri figli che siano fratelli del suo primogenito. Anche noi entriamo, guardiamo, raccontiamo, entriamo nel suo cuore dove poi siamo custoditi e meditati. Non ci perdiamo più.

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