Commento al Vangelo

Lo Spirito della verità

La Pentecoste, Libro d'Ore di Étienne Chevalier, miniato da Jean Fouquet, Museo Condé, Chantilly

Commento al Vangelo domenica della Pentecoste anno B

Nella domenica della Pentecoste dell’anno B, leggiamo due rivelazioni del Paràclito prese dal vangelo di Giovanni. In entrambe è chiamato da Gesù “Spirito della verità”.

Gv 15, 26-27; 16, 12-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Gli apostoli, i discepoli e le donne che seguivano Gesù, con Maria sua madre, sono riuniti in un stesso luogo, ad attendere la potenza dello Spirito Santo.
L’essere uniti, la preghiera insieme, l’intimità di una casa facilita l’arrivo dello Spirito Santo.
Efrem Siro in una omelia nel giorno di Pentecoste immagina il collegio degli apostoli “come fiaccole pronte in attesa di essere illuminate dallo Spirito Santo per illuminare con il loro insegnamento l’intera creazione.”.
Li immagina come grembo in attesa di essere fecondato e “come marinai la cui barca è legata al porto del Figlio e che attendono di ricevere la brezza dello Spirito”.
La fantasia dello Spirito sceglie di legare il suo arrivo all’immagine del vento impetuoso, del fuoco e della parola.
Si compie la profezia del Battista: “Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”, anche se in modi e tempi diversi rispetto a quelli che lui pensava.

La casa, la Chiesa e ciascuno di noi è riempito di Spirito.
Una casa: lo Spirito arriva ovunque nella normalità. Non ha bisogno del tempio.
Saulo lo riceverà nella casa di Giuda, dalle mani di Anania. Lo Spirito parla con Pietro sulla terrazza della casa di Giaffa. Attraverso le parole di Pietro scenderà nella casa di Cornelio centurione pagano, a Cesarea. Ad Efeso, in una casa o all’aperto, scende su dodici discepoli che non lo conoscevano, con l’imposizione delle mani di Paolo.
Lo Spirito li accende con il suo fuoco, con il suo vento li disperde nel mondo, con la sua ispirazione dona loro la parola con cui annunciano il Vangelo.

Delle cinque promesse dell’”altro consolatore” nel quarto vangelo, nell’anno B, ne leggiamo due.
Gesù lo chiama “lo Spirito della verità”, ma non è la verità logica o metafisica tipica del mondo greco, piuttosto la verità che è sinonimo di Vangelo e che è Gesù stesso in persona.
Di questa verità viva lo Spirito sarà “testimone” e aiuterà anche i discepoli di Cristo a esserlo. Di fronte al tribunale del mondo e della storia.
Tanto che non dovranno temere se consegnati a sinedri e sinagoghe, governatori e re: “Quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare ma lo Spirito Santo”.
È colui che “vi guiderà alla verità tutta intera”, perché delle molte cose che Gesù dovrebbe dirci noi non potremmo portarne il peso.
È lo Spirito che guida la Chiesa a comprendere in profondità il mistero di Cristo e il suo Vangelo.
Non è un altra rivelazione, perché “prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”, ma una nuova comprensione.
Questa esperienza la fa tuta la Chiesa ed è un cammino che fa anche la singola persona del discepolo. Infatti Gesù dice a Pietro: “Tu ora non lo capisci, lo capirai dopo”, “Ora non puoi seguirmi, mi seguirai più tardi”.

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