Commento al Vangelo, Quaresima e Pasqua

Il nostro libero amore per Cristo

Paolo Veronese, Ultima cena, Milano, Pinacoteca di Brera

Commento al Vangelo della VI domenica di Pasqua

Nella sesta domenica di Pasqua continuiamo a leggere nel Vangelo della Messa alcune parole dell’ultima cena con le promesse di Gesù, il suo testamento spirituale, le sue parole di rassicurazione nel momento in cui sta per affrontare la morte in croce, il sepolcro e la risurrezione.

Gv 14, 15-21

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Torniamo nell’intimità dell’ultima cena e ascoltiamo alcune parole di Gesù, densissime.
“Se mi amate” ci dice.
Il cuore di quella cena è la rivelazione dell’amore. Il cuore della vita cristiana è amare Cristo.
Eppure Gesù ci lascia liberi, ci invita: se mi amate. Se vorrete amarmi.
È una possibilità, non un comando.
Non dice vi comando di amarmi, ma se mi amate osserverete ciò che vi ho comandato.

Dunque è l’amore il segreto del vivere la vita di Gesù.
È la forza e la condizione per vivere “i comandamenti quelli miei” come si legge nell’originale.
L’accento è posto sui suoi comandamenti, quelli che lui ha dato lungo gli anni, ma soprattutto in quella cena.
Poco prima ha detto loro: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri”.
E poco dopo, incastonato tra lo svelamento del tradimento di Giuda e  la profezia del rinnegamento di Pietro, come una forza redentrice che vince tradimenti e rinnegamenti: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Se mi amate vi laverete i piedi l’un l’altro, vi servirete, vi amerete come io vi ho amato, donando tutta la mia vita a voi, tutto il mio corpo, tutto il mio sangue.
Gesù è l’unico innamorato che può fare promesse sicure, che si compiranno sempre e comunque.
Se mi amerete, io pregherò il Padre che vi darà un altro Consolatore che rimarrà con voi per sempre.

Come è importante dare seguito sicuro a quel “se”.
Quante cose dipendono dal nostro libero amore per Cristo: prega il Padre e lo Spirito di Verità arriva e rimane per sempre.
Non saremo mai orfani.
Vedremo Gesù e sapremo che Lui è nel Padre e noi in Lui e Lui in noi.
Quindi anche noi siamo nel Padre, anche noi nella Trinità di Dio, con lo Spirito Consolatore e in Cristo.

Poi ci conforta e ci incoraggia.
Ci ha appena svelato chi è lo Spirito e di fronte alla nostra perplessità e incertezza ci rassicura: voi lo conoscete perché dimora in voi e dimorerà in voi, sempre.
E ripete perché lo capiamo bene: chi prende sul serio i miei comandi, quindi chi lava i piedi, chi serve con l’asciugatoio ai fianchi, chi ama i suoi fratelli come io vi ho amati: ecco è lui quello che mi ama davvero.
Dunque amarti non è fare grandi digiuni, lunghe preghiere e non sbagliare mai?
Gesù ci spiazza.
E continua a promettere promesse sicure, che avvengono già: “l’amante me” il Padre mio lo amerà e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui.
Credo Gesù nel tuo amore e nella possibilità che mi doni di amarti come dici tu e nell’avverarsi di tutte le tue promesse.

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