Vi parlo di un libro

Niente che ci assomigli

Nella versione precedente del blog mi ero proposto di segnalare libri di altri autori ed ero riuscito, nonostante i vari impegni, a pubblicare alcune recensioni.
Vorrei ricominciare aiutato dalla nuova formula di Tra le righe del Vangelo, che permetterà facilmente di ritrovare nel blog le schede delle segnalazioni.

Non penso di limitarmi a libri di teologia, di spiritualità o di esegesi che sono le materie più attinenti ai commenti al vangelo o ai temi delle meditazioni che propongo.
Mi piacerebbe ampliare senza definire il campo.
Ci potranno essere saggi di diverse materie, romanzi e altro ancora: qualunque lettura che faccio e che mi pare possa interessare i lettori del blog.
Comincio con un romanzo uscito da poche settimane, nel maggio 2020, che ho finito di leggere proprio oggi.


Anna Benvenuti
Niente che ci assomigli
Edizioni Ares
Milano 2020, pp. 264

In copertina una ragazza con gli infradito e le gambe penzoloni, che guarda il mare.
Seduta su un molo il suo sguardo si perde all’orizzonte, o forse è piegato su di sé, non si vede bene perché i capelli lunghi le nascondono il viso, sapientemente, così da chiudersi in se stessa a conoscersi, a cercare di capirsi, senza che il passante curioso si accorga.
Mare di Puglia, si capisce leggendo il libro, i monti che racchiudono un golfo, ansa di riflessione, e segnano l’orizzonte. Come valichi da superare.

È un libro scritto durante la scorsa estate e narra di un’estate difficile di Arianna, quattordicenne milanese dalla vita serena e senza problemi, che improvvisamente si crepa nello scontro con la realtà della crisi di coppia dei suoi genitori.
Il nome di Arianna, più che scelto, racconta l’autrice in un’intervista, è nato con il personaggio.
Non poteva che chiamarsi così. Quello era il suo nome.
Forse una reminiscenza inconsapevole della Arianna del mito classico?
Anche l’adolescente protagonista del romanzo si trova alle prese con un labirinto dal quale cerca di uscire lei e di far uscire il fratello Pietro e i genitori, Marina e Stefano, e qua e là anche gli amici che incontra, ricostruendo il filo della loro storia.
Alla fine trova un filo, anzi tanti fili. Un libro ideale per quest’estate, per riassaporare il ritmo della vita normale, delle difficoltà esistenziali, lievi e toste, da affrontare.

Anni fa sentii che un prete consigliava ad un altro prete, giovane, di leggere romanzi scritti da donne – oggi ce ne sono tanti e di valore – per immergersi nella mentalità e nei sentimenti propri della psicologia femminile, che è cosi importante per un prete conoscere, soprattutto per il ministero della confessione e dell’orientamento spirituale personale.
Questo è un libro scritto da una donna, con protagonista principale una ragazza, e altre donne ben tratteggiate nella loro psicologia: la mamma, la nonna Angela, la zia Luciana, le amiche.
Anna Benvenuti è al suo primo romanzo, professoressa di lettere nei licei, unisce all’esperienza dell’insegnamento quella della tutoria personalizzata.
Esperienza che le ha fornito abbondante materiale di conoscenza della psicologia e delle problematiche, degli alti e bassi delle adolescenti dei nostri giorni.
La vicenda è ambientata prevalentemente in Puglia nella masseria dei nonni paterni. Deliziose le descrizioni dei cibi tratti dalla campagna.

Anche nei miei libri ci sono personaggi femminili del Vangelo: la samaritana, l’adultera, la Maddalena (in Sorpresi dall’Amore) e Maria ( in Maria. Il mio cuore svelato e in Giuseppe e Maria. La nostra storia d’amore).
Mi domandano a volte come faccio a descrivere, secondo loro bene, i loro sentimenti e la loro interiorità femminile, soprattutto quando parlano in prima persona. Rispondo che, oltre all’esperienza familiare, ci sono e ci sono stati tanti dialoghi personali di orientamento spirituale o di confessione che mi hanno aiutato.
Ma nel leggere Niente che ci assomigli più volte mi sono sorpreso a pensare: questa descrizione così dettagliata e così complessa delle reazioni emotive di Arianna, ecco, ci voleva proprio una donna e per di più che ci lavora ogni giorno, a descriverle.
Io, questo e quell’altro, non lo avrei mai saputo dire così.

Dal 7 gennaio del 2020 stavo riprendendo contatto con il mondo della scuola, che è stato uno dei mondi a cui mi sono dedicato con passione all’inizio del mio sacerdozio.
Poi la chiusura di tutto a fine febbraio ha interrotto il cammino di inserimento nel mio lavoro come cappellano delle scuole Faes di Milano, con studenti, famiglie e docenti.
Avevo pensato: devo aggiornare la mia biblioteca di saggi di educazione e sulla famiglia. E soprattutto studiarli.
Ma con un romanzo così, l’attualità del vissuto e dei problemi degli studenti e delle famiglie ti entra nel cuore senza fatica, con il perenne fascino del racconto, e lascia una traccia di vita che rimane.

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