Avvento e Natale, Commento al Vangelo

Battesimo d’acqua e di Spirito Santo

Piero della Francesca, Battesimo di Cristo (particolare), National Gallery, Londra

Commento al Vangelo della seconda domenica di Avvento (anno B)

Nella seconda Domenica d’avvento (anno B) leggiamo l’inizio del Vangelo di Marco, con la testimonianza di Giovanni su Gesù e sulla differenza tra il suo battesimo e quello di Gesù.

Mc 1, 1-8
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Il messaggio di conversione e penitenza della seconda domenica d’Avvento, arriva dalle prime righe del Vangelo di Marco che comincia così: “Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio”.
In questo brevi parole c’è già il nucleo dell’annuncio: Gesù porta una buona novella. Già il suo nome, Gesù, significa Salvatore, ed è lui il Cristo, il messia atteso da Israele, ma è anche il Figlio di Dio.
Ciò che ci viene a dire è una bellissima notizia, euangélion, annuncio bello e buono: Vangelo.
Il cuore di questa bella notizia è lui stesso. Esiste un Figlio di Dio, si è fatto uomo ed è il messia, l’atteso, e si chiama Gesù.
La notizia è così bella, così grande e superiore a ogni aspettativa, che bisogna prepararsi e Dio stesso promette un messaggero che lo precede, una voce che grida nel deserto.

Marco identifica il personaggio profetizzato da Isaia con Giovanni il Battista. Il battesimo di acqua che lui offriva, era accompagnato dalla confessione dei propri peccati.
Questo particolare ci dice il bisogno profondo dell’uomo di riconoscersi peccatore e di chiedere perdono esplicitamente e di consegnare le proprie colpe ad un uomo mandato da Dio.
Ci aiuta a ricordare che la confessione dei peccati al sacerdote nella Chiesa diviene sacramento e dunque veicolo di grazia divina; ha molte radici evangeliche, anche quella del vangelo che leggiamo oggi, ed è risposta adatta al bisogno umano di redenzione e di salvezza.
L’Avvento è un tempo privilegiato per celebrare il sacramento della riconciliazione, descritto dai Padri della Chiesa come una “seconda tavola di salvezza dopo il naufragio della grazia perduta” quindi come un “secondo battesimo”.
È per noi come una risposta attuale all’antico invito di Giovanni a preparare nella propria intimità la venuta del Signore.

Giovanni attira le grandi folle. È vestito con estrema povertà, con vesti che si è procurato nel deserto, anche il cibo di cui si nutre è selvatico.
L’estrema sobrietà e il rifiuto delle vesti molli e preziose dei palazzi del re, attraggono le folle, insieme al suo invito alla conversione e alle sue parole forti.
Gesù invece attrarrà le folle perché nessuno ha parlato come lui, perché solo lui ha parole di vita eterna e perché fa parlare i muti e fa udire i sordi.

Perché non spegne il lucignolo fumigante. Perché “ha fatto bene ogni cosa”.
E anche perché Giovanni lo ha indicato: dovete andare da colui che è più forte di me, al quale non sono degno di sciogliere nemmeno i sandali.
Giovanni dice: “Io vi ho battezzato con acqua ma egli vi battezzerà in Spirito Santo”.
In realtà anche il battesimo di Gesù dovrà essere fatto con acqua.
Fra i tanti motivi e significati dell’acqua potremmo aggiungere questo: Gesù fa capire così a Giovanni che quel suo battesimo con acqua è stato davvero importante per preparare la via del Signore.
Ha ragione Giovanni quando dice che il battesimo di Gesù sarà di tutt’altra natura, perché porterà sul battezzato lo Spirito Santo. Ma Gesù non disprezza ciò che di buono trova e valorizza e dà un significato nuovo anche a riti antichi.

C’è proprio bisogno di acqua per il battesimo di Gesù, acqua che si vede e che bagna il corpo del battezzato in Cristo, che significa un lavacro rispetto al peccato d’origine, quell’assenza di comunione intima con Dio ereditata dai progenitori nella nostra nascita ed è segno della purificazione dai peccati personali nei catecumeni adulti.
Acqua che veicola lo Spirito Santo che riempie di sé l’anima del battezzato.

Un pensiero su “Battesimo d’acqua e di Spirito Santo”

  1. LUIGI CORVELLI dice:

    Grazie per il Suo commento . Concretamente come evidenziare e spiegare l’azione , la trasmissione dello Spirito Santo ? L’acqua lava , lavacro o immersione , ma come veicolo dello Spirito …… ! E’ un atto di fede ?
    Dio padre si compiace ed invia lo Spirito Santo per agire sul figlio Gesù . Questa è l’azione trinitaria che ci apre all’eternità , ma come spiegare la “misericordia” di Dio ? Grazie per la Sua attenzione

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