Commento al Vangelo, Quaresima e Pasqua

La paura si trasformi in coraggio

Annibale Carracci, Pie donne al sepolcro (particolare), Ermitage, San Pietroburgo

Commento al vangelo della veglia pasquale (anno B)

Nella Veglia Pasquale dell’anno B si legge il Vangelo della Risurrezione secondo Marco, con alcune donne come protagoniste del ritrovamento del sepolcro vuoto.

Mc 16,1-7
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: “Chi ci farа rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”. Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. É risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto””. 

(Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite.)

Nella Veglia Pasquale leggiamo il racconto della risurrezione secondo Marco.
Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salòme, donne che avevano seguito e servito Gesù fin dalla Galilea, hanno visto la sua morte in croce e la sua sepoltura.
Gli uomini sono scappati via e sono tuttora sconvolti.
Le donne, portatrici di vita, vanno dove le porta il cuore e quindi verso il sepolcro, dove è stato deposto il corpo di Gesù.
Ci vanno con la forza dell’amore che vogliono manifestare fino all’ultimo, con il desiderio antico di tutta l’umanità di riempire di affetto il corpo ormai freddo di una persona amata.
Vanno con oli aromatici comprati in anticipo chissà quando, con l’ingegno dell’amore. L’amore che è più forte della morte.

La morte, però, fino a quel giorno aveva sempre avuto la parola definitiva.
Hanno osservato Giuseppe d’Arimatea che avvolgeva il corpo di Gesù in un lenzuolo nuovo, lo deponeva in un sepolcro scavato in una roccia e faceva rotolare una pietra che ne chiudeva l’entrata. Hanno memorizzato tutto.
Vanno al levar del sole: si sono alzate nella notte, si sono date appuntamento e appena è possibile muoversi, vanno rapide. Forti dell’amore per Gesù e dell’amicizia tra loro.
Non le ferma l’impossibilità fisica di rimuovere la pietra, l’impossibilità per tutta l’umanità di rimuovere la certezza granitica della morte.
Ecco che il gesto del loro corpo, quell’“alzando lo sguardo”, diventa per tutti credenti il gesto della fede: se guardi in alto vedrai che la pietra della morte è stata spazzata via da questo giorno di risurrezione.

Entrano nel sepolcro senza paura, anzi con il desiderio di accarezzare con olio aromatico quel corpo tanto amato: sono esperte di come va trattata la morte, come tutta l’umanità.
E invece di un cadavere martoriato trovano un giovane, non disteso ma seduto, non nudo ma vestito di gloria. Allora le prende la paura.
Quella voce giovane di cielo, apparsa sulla terra, le incoraggia: “Non abbiate paura”, il crocifisso è risorto!
Guardate il suo sepolcro che è ormai vuoto.
Siate voi ad annunciare ai discepoli e a Pietro, che è il loro capo: non importa che lo abbia rinnegato perché Dio non elimina il traditore ma lo perdona e riabilita.

Voi donne che nessuno ascolta come testimoni in questa società, siete scelte da Dio come testimoni della risurrezione del suo Figlio, presso i capi della Chiesa.
Gesù Nazareno aspetta tutti in Galilea, dove è iniziato questo Vangelo.
Ricordate tutto ciò che ha fatto e ha detto con la luce di questa mattina.
Nel vangelo della veglia non si legge il versetto successivo: “Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite”.
La nostra umana paura di fronte al mistero della vita nuova in Cristo, per la grazia della Risurrezione si trasformi in  coraggio, il silenzio diventi parola, la fuga diventi ritorno e vicinanza.

Un pensiero su “La paura si trasformi in coraggio”

  1. Antonio Daffra dice:

    Sempre pensieri penetranti che interpretano il racconto. Grazie.

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