4 pensieri su “Meditazione sul dialogo di Gesù con la donna sorpresa in adulterio (Giovanni 8,1-11). Dall’angoscia alla gioia.”

  1. Giulia dice:

    E' molto istruttiva la meditazione e fa venire il desiderio del perdono di Gesù non solo in alcune occasioni ma spesso, se è così personale ed efficace.
    Se capisco bene, verso la fine dell'audio, lei dice che proprio il comportamento di Gesù con l'adultera e gli accusatori (è vero che appare un po' inaspettato) può essere esempio per ciascuno. Per me è una scoperta partire da questo Sacramento (a volte è altrettanto insolito reagire a qualcosa prendendosi tempo per una riflessione profonda ma non necessariamente lunghissima) e lasciare un po' da parte il "senso di giustizia", verso se stessi o verso altri, che in questa nuova luce mi appare anche un po' troppo schematico. Grazie.

  2. Giuseppe Mojana dice:

    L'episodio accadde nel tempio, quando scribi e farisei gli portano davanti la donna colta in flagrante adulterio e gli ricordan la Legge di Mosè, secondo la quale la donna avrebbe dovuto essere lapidata. Ed ecco come risposta immediata il silenzio di Gesù, il suo prendere tempo scarabocchiando qualcosa sulla terra… Poi la sua risposta "Chi è senza peccato" che superava l'impasse nel quale era stato posto. Infatti assolvendo la donna avrebbe infranto la Legge e sarebbe stato condannato. Mentre seguendola sarebbe andato contro la sua stessa predicazione di amore e perdono. Data la risposta, si chinò nuovamente verso terra e continuò a scrivere. A quel punto il tranello nel quale era stato posto era superato, e tutti se ne andarono.

    Si tratta di una donna normale, come ce ne sono tante, soprattutto ai giorni nostri. Una cosa in ogni caso è certa: non ha trovato l'amore nel suo ambito familiare. E si è lasciata andare nella ricerca di qualcosa di più gratificante. E' nella natura umana.
    Ma accade quell'incontro con Gesù, che le dice di andare senza aver nulla da espiare, ma la ammonisce di non peccare più. Ecco, solo allora la donna prende piena coscienza di aver peccato per un uomo che poi non l'ha difesa, abbandonandola al suo destino di morte, nelle mani di coloro che vogliono strumentalizzarne la colpa per i loro fini, screditare e accusare Gesù. L'incontro della donna con Cristo, il battito dei sassi nelle mani di quanti vogliono sono la scena madre. L'angoscia e il terrore assalgono la donna. L'uomo dal quale l'hanno condotta dapprima non la guarda neppure. Poi dice quella frase che non cancella il peccato dell'adulterio, ma invita la donna a prendere coscienza del suo peccato, e ai suoi assalitori di perdonare. Quando la folla se n'è andata ecco che Gesù alza lo sguardo colmo di tenerezza su di lei, perché avverte la necessità che la donna debba sentirsi ormai libera dal pericolo di morte. Avviene l'incontro nella dignità, nella libertà, nasce il desiderio dell'incontro salvifico. La donna lo guarda in modo interrogativo, al tempo stesso grata e affascinata. Dice S.Agostino: "Relicti sunt duo, misera et misericordia" La donna si si chiede perché quell'uomo l'abbia salvata. Poi si rasserena, perché nessuno l'ha voluta condannare. Alla legge di Mosè ecco contrapporsi la grazia e la verità di Gesù Cristo, che non nega la legge ma ne supera i tanti limiti. La legge infatti giudica solo gli atti, mentre Gesù giudica l'essere umano, con le sue debolezze.

  3. Unknown dice:

    Grazie per il prezioso contributo, per la scena narrata, per la psicologia evidenziata, per la citazione di sant'Agostino. Grande è l'insegnamento pratico di Gesù in questo episodio, sul fatto che tutti siamo peccatori, tutti bisognosi di perdono da parte di Dio. E che anche i peccati gravi, quelli che gli uomini giudicano severamente, possono essere perdonati da Cristo. Per noi peccatori è venuto sulla terra a farsi uno di noi,nato da donna, nato sotto la legge, per salvare il suo popolo dai suoi peccati. Per questo si è lasciato condannare alla morte di croce. Come dice sant'Ambrogio nell'Exameron, al settimo giorno dopo aver creato l'uomo e la donna, finalmente Dio riposò perché c'erano finalmente creature a cui perdonare i peccati. Questo lo riposa, perché ci si riposa nell'amore e perdonare i peccati è amore. E il settimo giorno dopo la morte di Croce Gesù riposò nel sepolcro dopo il sacrificio in grado di riparare ogni nostra cattiveria, debolezza, malvagità. Il Natale di Gesù è pervaso da questa visione ottimistica, di vittoria, di speranza. Buon Natale!

  4. Anonimo dice:

    Secondo lo scrittore Erri de Luca, lo scrivere per terra di Gesù, è connesso alle norme ebraiche relative all'osservanza del sabato. Dove non è consentito di scrivere a meno di usare supporti volatili come la polvere. Seguendo questa ipotesi Gesù trasforma un giorno feriale in quello festivo, dove erano proibite le condanne a morte. Lo scrivere per terra, gesto ripetuto due volte, crea un tempo sacro, quasi magico. Un "non tempo", garantendo la "non condanna" della adultera. Così come passando attraverso due specchi piani l'immagine viene rimandata all'infinito e scompare uscendo dagli specchi, qui scompaiono gli accusatori e le parole scritte da Gesù. Cfr. ebook (amazon) di Ravecca Massimo. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

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