A proposito della lettura della Passione durante la messa della Domenica delle Palme, e del momento commovente della morte di Gesù che si medita inginocchiandosi in silenzio riporto un ricordo personale che ho pubblicato nel libro HO DESIDERATO ARDENTEMENTE. Incontrare Gesù nell’Eucaristia, Paoline 2005
Domenica delle Palme di qualche anno fa. Un gruppo di ragazze di undici, dodici, tredici anni riunite per una giornata di formazione. Al Vangelo si legge il racconto della passione del Signore. Il celebrante, avendo di fronte a sé quel pubblico attento ma vivacissimo, si sforzava di leggere meglio che poteva la passione secondo Matteo, pronunciando con significato le parole.
Guardava ogni tanto le astanti e vedeva i loro occhi attenti, non perdevano una parola. Avevano ritrovato l’immobilità del corpo senza esserselo proposte.
Giunse il grido alto di Gesù e la sua morte sulla croce. Si inginocchiarono tutti e il silenzio era quel silenzio tutto particolare, vibrante, denso da potersi tagliare, emozionante come la preghiera.
Dopo alcuni intensi secondi di preghiera, forse per quel segreto timore di esagerare, di stancare,
si rialzò piano il sacerdote vestito di rosso. Quel timore presto diventò stupore. Così, rialzatosi, dall’ambone ammirò lo spettacolo, tutte quelle giovani teste assorte in preghiera, gli occhi chiusi, il volto tra le mani.
Straordinario potere della liturgia che rende presente Gesù tra noi con il mistero della sua vita e della sua morte e risurrezione.
Passarono altri secondi. Dovette riprendere a leggere il vangelo, allora le fanciulle si rialzarono. Rimase nel celebrante il rammarico d’aver troppo affrettato i tempi, di aver interrotto quel dialogo intensissimo.
Fosse così sempre la nostra Messa. All’alto grido di Gesù corrispondesse sempre l’alto grido, il sussulto invincibile del nostro amore.