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COMUNITA’ APERTE ALLO SPIRITO SANTO CHE CI PORTANO SEMPRE AVANTI, Omelia di Papa Francesco del 27 aprile 2013

Riporto quasi integralmente le parole dell’omelia di Papa Francesco nella messa del sabato della quarta settimana del tempo pasquale, 27 aprile 2013, si è soffermato a commentare la lettura degli atti degli Apostoli: Paolo e Barnaba sono a d Antiochia, e il sabato si raduna quasi tutta la città per ascoltarli e ciò suscita la gelosia dei Giudei, e le loro parole ingiuriose. Alla Messa nella Casa di Santa Marta, in Vaticano, hanno partecipato i dipendenti del servizio Poste Vaticane e del Dispensario pediatrico Santa Marta.
Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore:
Io ti ho posto per essere luce delle genti,
perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra».
Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo. (At 13, 44-52)
Il Papa ha iniziato l’omelia  la gioia della comunità dei discepoli, riuniti ad Antiochia per ascoltare la parola del Signore: “Sembrava che questa felicità non sarebbe mai stata vinta”.
Poi si è domandato perché la comunità dei “giudei chiusi, un gruppetto di persone buone furono ricolmi di gelosia nel vedere la moltitudine dei cristiani e incominciarono a perseguitarli:
“Semplicemente, perché avevano il cuore chiuso, non erano aperti alla novità dello Spirito Santo. Loro credevano che tutto fosse stato detto, che tutto fosse come loro pensavano che dovesse essere e perciò si sentivano come difensori della fede e incominciarono a parlare contro gli Apostoli, a calunniare… La calunnia… E sono andati dalle pie donne della nobiltà, che avevano potere, gli hanno riempito la testa di idee, di cose, di cose, e le spingevano a parlare ai loro mariti perché andassero contro gli Apostoli. Questo è un atteggiamento di questo gruppo e anche di tutti i gruppi nella storia, i gruppi chiusi:

patteggiare col potere, risolvere le difficoltà ma ‘fra noi’… Come hanno fatto quelli, la mattina della Resurrezione, quando i soldati sono andati a dir loro: ‘Abbiamo visto questo’… ‘State zitti! Prendete…”. E con i soldi hanno coperto tutto. Questo è proprio l’atteggiamento di questa religiosità chiusa che non ha la libertà di aprirsi al Signore. La loro vita comunitaria per difendere sempre la verità, perché loro credono di difendere la verità, è sempre la calunnia, il chiacchierare… Davvero, sono comunità chiacchierone, che parlano contro, distruggono l’altro e guardano dentro, sempre dentro, coperte col muro. Invece la comunità libera, con la libertà di Dio e dello Spirito Santo, andava avanti, anche nelle persecuzioni. E la parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. E’ proprio della comunità del Signore andare avanti, diffondersi, perché il bene è così: si diffonde sempre! Il bene non si corica dentro. Questo è un criterio, un criterio di Chiesa, anche per il nostro esame di coscienza: come sono le nostre comunità, le comunità religiose, le comunità parrocchiali? Sono comunità aperte allo Spirito Santo, che ci porta sempre avanti per diffondere la Parola di Dio, o sono comunità chiuse, con tutti i comandamenti precisi, che caricano sulle spalle dei fedeli tanti comandamenti, come il Signore aveva detto ai Farisei? La persecuzione incomincia proprio per motivi religiosi e per la gelosia, ma i discepoli erano pieni di gioia di Spirito Santo, parlano con la bellezza, aprono strade. Invece la comunità chiusa, sicura di se stessa, quella che cerca la sicurezza proprio nel patteggiare col potere, nei soldi, parla con parole ingiuriose: insultano, condannano… E’ proprio il suo atteggiamento. Forse si dimenticano delle carezze della mamma, quando erano piccoli. Queste comunità non sanno di carezze, sanno di dovere, di fare, di chiudersi in una osservanza apparente. Come Gesù gli avete detto: ‘Voi siete come una tomba, come un sepolcro, bianco, bellissimo, ma niente di più’. Pensiamo oggi alla Chiesa, tanto bella: questa Chiesa che va avanti. Pensiamo ai tanti fratelli che soffrono per questa libertà dello Spirito e soffrono persecuzioni, adesso, in tante parti. Ma questi fratelli, nella sofferenza, sono pieni di gioia e di Spirito Santo. Guardiamo Gesù che ci invia a evangelizzare, ad annunciare il suo nome con gioia, pieni di gioia. Non dobbiamo aver paura della gioia dello Spirito, così da non chiuderci in noi stessi.

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