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SIMONE FIGLIO DI GIOVANNI MI AMI? Gesù affida il perdono dei peccati, atto d’amore, agli apostoli

Terza domenica di Pasqua, pesca miracolosa dei centocinquantatré grossi pesci, Pietro che si tuffa verso Gesù, Simone di Giovanni, mi ami? Nel mio libro IL SACRAMENTO DELLA GIOIA, dopo aver meditato sullo sbandamento di Pietro, ammiro come Gesù affida a lui e agli altri il sacramento della sua misericordia. Propongo i due brevi brani pasquali pubblicati nel capitolo su Pietro.

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,19-23).
 La Maddalena quel mattino di Pasqua, era andata presto al sepolcro. Era ancora buio, ma lei non riusciva a dormire. Vide la pietra ribaltata e il corpo di Gesù sparito. Corse allora – quella sì che fu una mattinata di corse – e andò direttamente da Pietro che era il capo. Corsero Pietro e Giovanni verso il sepolcro. E Giovanni vide come stavano le bende nel sepolcro e credette in Gesù  risorto.
Tutto il giorno ne parlarono, soprattutto dopo la seconda corsa di Maddalena, che l’aveva visto e  abbracciato ed era volata dagli apostoli a rivelarlo. La sera entrò Gesù da loro, con le porte chiuse. Ma le mani, il costato e pure l’appetito di pesce, non erano quelli di un fantasma.
Soffiò su di loro – questa è come una nuova creazione – e i suoi apostoli furono pieni di Spirito Santo e da allora ebbero la potestà, nel nome di Gesù, di  perdonare i peccati alitando a loro volta lo Spirito Santo su tutte le persone che avrebbero chiesto loro il perdono di Dio.

A così poca distanza dal suo peccato Pietro poté perdonare i peccati degli altri. Al posto di Gesù e nel suo nome. E’ come se Gesù gli avesse fatto capire: Ora  che  hai fatto l’esperienza della tua debolezza e del mio perdono, ora sei in grado di  valutare i peccati, di verificare il pentimento, di essere strumento della mia misericordia, di accordare agli altri il mio perdono con l’ampiezza del mio stesso cuore. Ora che hai ricevuto il perdono, lo puoi anche donare.
  
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore>> (Gv 21,15-17).
E’ passata più di una settimana da quell’intima Pentecoste del cenacolo, quel soffio di Gesù. Hanno ritrovato Tommaso e anche a lui è apparso il Signore. Insieme sono andati a pescare e tutta la notte non è servita a nulla, ma al mattino Gesù dalla riva ha detto loro di gettare la rete a destra della barca e hanno pescato centocinquantatré grossi pesci. Pietro si è tuffato nel lago, e a riva ha trovato Gesù e la colazione già pronta. Ora, con il lavoro andato bene e il corpo rifocillato, possono parlare di cose importanti. Gesù offre a Pietro la possibilità di una riabilitazione pubblica.
Tre volte Pietro aveva rinnegato Gesù in quella notte dei tradimenti e delle fughe.
Ora Gesù lo aiuta a riparare ciò che ha guastato, a restituire ciò che ha tolto. Parole d’amore: <<Ti voglio bene>>, contro parole di tradimento: <<Non lo conosco>>. Tre per tre.
Gesù lo sa che Pietro gli vuole bene, ma ha piacere che glielo dica: <<Ti amo>>. A Pietro fa bene poter dire: <<Tu lo sai che ti voglio bene…>> Tu conosci tutto, tu sai che ti voglio bene.
Anche a noi fa bene ripetere a lui: Tu sai che ti amo, così siamo più sicuri nella sua conoscenza sicura. Si rinsalda in questo modo, proclamandolo, l’amore nostro debole e incerto.
Il peccato è tradimento di Gesù e mancanza d’amore; la riparazione del peccato è un atto d’amore con proposito di fedeltà: Pasci le mie pecore. Riparazione con le opere, amore dimostrato con i fatti. La colpa è già stata perdonata a Pietro, ora deve completare la penitenza. Tu stesso, Pietro, eri fuggito per paura, ora invece toglierai la paura ai tuoi fratelli, aiuterai tutti a seguirmi e ad essermi fedeli. Sarai il loro punto di riferimento, il loro sostegno.
Gesù gradisce la dichiarazione d’amore ma suggerisce la manifestazione inconfondibile, la conseguenza inevitabile: l’amore nei fatti, e amore con le opere che sono conseguenza della donazione: Pasci le mie pecore, così dimostri con i fatti che mi ami. Amami nelle mie pecore senza pastore, senza pascolo e senza ovile. Costruisci l’ovile, offri il pascolo, sii tu il loro pastore.

Un pensiero su “SIMONE FIGLIO DI GIOVANNI MI AMI? Gesù affida il perdono dei peccati, atto d’amore, agli apostoli”

  1. Alan dice:

    In questi brani sembra che per Gesù tutto sia presente. Il cammino verso la conversione non è breve o lungo, è quello che occorre per arrivare a guardare bene Gesù e lasciarsi guardare. Infatti per Lui tutto è presente e vitale, come quando si chiede scusa a qualcuno.
    Grazie, davvero interessante l'analisi del cammino di Pietro nei suoi brani.

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