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IL SALE DEL CRISTIANESIMO FA RISALTARE L’ORIGINALITÀ’ DI CIASCUNO, COME SUCCEDE CON IL CIBO.

Omelia di Papa Francesco del 23 maggio 2013 nella cappella della casa santa Marta.
Ricostruita con le citazioni riportate da Radio Vaticana e dell’Osservatore Romano. Ci possono essere delle imprecisioni, ma mi pare bello poter leggere le parole di seguito, senza commenti, pur sapendo che non sono state riviste dall’autore e derivano dalle registrazioni o appunti dei giornalisti presenti.



Dal Vangelo secondo Marco:

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: “Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto
meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel
mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare
nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel
fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio
per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato
nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio
per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere
gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa
insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli
uni con gli altri». (Mc 9,41-50)


 

Buona cosa è il sale. Una cosa buona che il Signore ha creato, ma se il sale diventa insipido con che cosa darete sapore? Che cos’è il sale nella vita di un cristiano, quale sale ci ha donato Gesù? Il sale che ci dà il Signore è il sale della fede, della speranza e della carità. Ma dobbiamo stare attenti che questo sale, che ci è dato dalla certezza che Gesù è morto e risorto per salvarci, non divenga insipido, che non perda la sua forza. Questo sale, non è per conservarlo, perché se il sale si conserva in una bottiglietta non fa niente, non serve. Il sale ha senso quando si dà per insaporire le cose. Anche penso che il sale conservato nella bottiglietta, con l’umidità, perde forza e non serve. Il sale che noi abbiamo ricevuto è per darlo, è per insaporire, è per offrirlo. Al contrario diventa insipido e non serve.

Dobbiamo chiedere al Signore di non diventare cristiani col sale insipido, col sale chiuso nella bottiglietta. Ma il sale ha anche un’altra particolarità: quando il sale si usa bene, non si sente il gusto del sale, il sapore del sale… Non si sente! Si sente il sapore di ogni pasto: il sale aiuta che il sapore di quel pasto sia più buono, sia più conservato ma più buono, più saporito. Questa è la originalità cristiana!”. “Quando noi annunziamo la fede, con questo sale quelli che ricevono l’annunzio, lo ricevono secondo la propria peculiarità, come per i pasti. E così ciascuno con la propria peculiarità riceve il sale e diventa più buono. La originalità cristiana non è una uniformità! Prende ciascuno come è, con la sua personalità, con le sue caratteristiche, con la sua cultura e lo lascia con quello, perché è una ricchezza. Ma gli dà qualcosa di più: gli dà il sapore! Questa originalità cristiana è tanto bella, perché quando noi vogliamo fare una uniformità – tutti siano salati allo stesso modo – le cose saranno come quando la donna butta troppo sale e si sente soltanto il gusto del sale e non il gusto di quel pasto saporito con il sale. L’originalità cristiana è proprio questo: ciascuno è come è, con i doni che il Signore gli ha dato. Ciascuno è distinto dall’altro, dunque il sale cristiano è quello che fa vedere proprio le qualità di ciascuno.

Questo è il sale che dobbiamo dare. Un sale che non è per conservarlo, è per darlo. E questo significa un po’ di trascendenza: uscire col messaggio, uscire con questa ricchezza che noi abbiamo del sale e darlo agli altri. D’altro canto ci sono due “uscite” affinché questo sale non si rovini, che devono andare insieme Prima di tutto darlo, al servizio dei pasti, al servizio degli altri, al servizio delle persone. Si tratta del sale della fede, della speranza e della carità: darlo, darlo, darlo! Secondo: la trascendenza verso l’autore del sale, il creatore quello che fa il sale. Il sale non si conserva soltanto dandolo nella predicazione ma ha bisogno anche dell’altra trascendenza, della preghiera, della adorazione. E così il sale si conserva, non perde il suo sapore. Con l’adorazione del Signore io trascendo da me stesso al Signore e con l’annunzio evangelico io vado fuori da me stesso per dare il messaggio. Ma se noi non facciamo questo – queste due cose, queste due trascendenze per dare il sale – il sale rimarrà nella bottiglietta e noi diventeremo cristiani da museo. Possiamo far vedere il sale: questo è il mio sale. Ma che bello che è! Questo è il sale che ho ricevuto nel Battesimo, questo è quello che ho ricevuto nella Cresima, questo è quello che ho ricevuto nella catechesi… Ma guardate: cristiani da museo! Un sale senza sapore, un sale che non fa niente!”.

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