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BELLEZZA UMANA, BELLEZZA DI DIO, di don Valentino Guglielmi

Oggi sarebbe stato l’anniversario di ordinazione di don Valentino. Lo stesso giorno di don Ferdinando Rancan che oggi compie sessant’anni di sacerdozio, e fu suo professore in seminario e poi maestro e amico per tutta la vita, e alla fine collaboratore a san’Eufemia in Verona. Per ricordare il sacerdozio di don Valentino scelgo di proporre questa scheda sull’amore casto tra marito e moglie che permette di vedere Dio. Notate la novità del modo di proporre una virtù antica. La profondità. la bellezza. Il fascino. La profonda verità che emana e che attrae. 


VEDERE DIO
05. 03. 03
Si può vedere la bellezza di Dio?
La porta di accesso è la bellezza della persona della quale vi siete innamorati e che ora amate. Si entra attraverso la bellezza di facciata amata nei suoi particolari frivoli e maliziosi, dai quali vi siete lasciati stregare e nei quali avete creduto, intravedendo la felicità. L’avete trovata la felicità o siete rimasti delusi?

Occorre anzitutto attrezzarsi di temperanza, imparare ad armonizzare i sensi e il cuore. Senza di essa non si procede oltre la superficie, la quale dopo un certo tempo viene a noia. La specie di temperanza che serve all’impresa si chiama castità. La castità non solo non disprezza il corpo, ma lo valorizza e permette di vedere, anzi di  accendere, la luce che lo rischiara da dentro e ne valorizza la pelle. Colui che si propone la castità è specchio di profondità per il partner. Lo farai conoscere a se stesso fino alla profondità a cui riesci a arrivare con i tuoi occhi.
Oltre alla temperanza servirà il distacco. Non è oggetto di proprietà la persona amata, che debba essere come dico io. Se ho in testa un’idea di donna che non collima con la donna che amo non potrò dire che lei è sbagliata, dovrò riconoscere che la mia idea è inadeguata.
Serve infine l’umiltà che mi faccia vedere come la persona che amo realizza quello che io non sono e lo realizza là dove è unica, perché donata a se stessa. Mi dovrò domandare: chi l’ha donata a se stessa? Che cosa vuol dire unica e sola? A che cosa farò riferimento per capire la cosa se non a me stesso là dove sono unico e solo?
Dove non capisco, dove la mia intelligenza non vede e tende ad impuntarsi come il mulo, dovrò amare di più facendo andare avanti il cuore. L’enigma trova luce se salgo più in alto.

Ma è cosa seria prendere sul serio la propria moglie o il proprio marito? Crederò alla profondità che mi e dato di vedere in taluni attimi di felicità oppure mi rassegnerò alla mentalità corrente che pensa: le donne sono fatte così e vanno trattate così, gli uomini sono fatti così e di conseguenza vanno trattati così? 

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