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IL DONO DI UN FIGLIO, IL DONO DELL’EUCARISTIA. IMPARARE E SERVIRE, di don Valentino Guglielmi.

Van Gogh – Primi passi
Mentre il Papa riceve a Roma le famiglie nell’anno della fede, 25-26 ottobre 2013,  offro questo breve spunto come sempre illuminante e incisivo di don Valentino Guglielmi. Da notare e meditare il parallelismo tra il figlio, dono ricevuto dai genitori e l’Eucaristia dono ricevuto nelle mani del Sacerdote. L’Eucaristia è il figlio di Dio, nato da donna, crocifisso e risorto. E’ il figlio che ci è dato. E’ ciò che va al di là costantemente nella vita della Chiesa, e la fonda, e la fa vivere, e sfugge a programmi e pianificazioni. E’ sempre lei, nonostante noi, ed è sempre di più di noi. Sono vari i brani che don Valentino intitola: “mistero”. Anche questo. Le schede le scriveva al momento e non le pensava per la pubblicazione. Erano il frutto della sua meditazione, della sua contemplazione della vita che aveva e che serviva.  le intitolava come meglio  pensava in quell’istante, e per questo metteva la data del pensiero.
MISTERO
04. 10. 23
Due sposi che accendono la vita del figlio sono protagonisti di un evento più grande di loro.
Non possono pensare di gestire la cosa. Si metteranno a servizio di quanto è nato nella loro casa e si disporranno ad imparare la loro creatura. Il sacerdote che celebra l’Eucaristia si occupa di una cosa infinitamente più grande di lui. Non può pensare di gestirla, il suo compito è di servirla. 

Un pensiero su “IL DONO DI UN FIGLIO, IL DONO DELL’EUCARISTIA. IMPARARE E SERVIRE, di don Valentino Guglielmi.”

  1. Giulia dice:

    Grazie, è davvero un grande panorama il servizio così, che è alla portata e rimane mistero. In un ospedale ho osservato tante figure professionali: bordeaux, verdini, blu, bianchi, rossi, beige… tutti al servizio della persona in modi diversi la stessa, giovane e anziana. Servendo arrivano a condividere tutto, anche la speranza della guarigione e delle vitalità ritrovata.
    Il dolore è l'unica cosa che rimane personale. Dimensione molto intima e privilegio della persona, che lo può vivere propriamente vicino all'Eucarestia.

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