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L’AMORE CONIUGALE: SPESSORE INESAURIBILE, RICCHEZZA CHE VA AL DI LA’, di don Valentino Guglielmi

La dolcezza infinita, di Sofia Mardegan
Riprendo a pubblicare scritti di don Valentino. Ha dedicato molta attenzione a preparare fidanzati al matrimonio e a seguire sposi perché potessero comprendere la grandezza del loro cammino di identificazione con Cristo proprio nel matrimonio e attraverso le situazioni proprie del matrimonio.
Questo scritto è un esempio della profondità di contemplazione orientata alla pastorale, incoraggiante ad alzare lo sguardo, o a spingerlo più in profondità, verso il di più, verso il meglio, verso l’al di là di ciò che appare solo a prima vista, all’esperienza solo superficiale.
Questo parlare così intenso dell’amore coniugale da  parte di un sacerdote cattolico che viveva pienamente il suo celibato, può far intravedere uno dei mille aspetti del reciproco arricchimento dei due grandi modi di realizzare pienamente se stessi nel dono di sé che esistono nel cristianesimo: matrimonio e celibato nelle sue varie forme, laicale e apostolico, sacerdotale, consacrato. Gli sposati ricordano ai celibi che il loro celibato chiamato dal Signore è Amore e per Amore, i celibi per Amore ricordano e insegnano agli sposi la grandezza della loro vocazione.
AMORE CONIUGALE
04. 12. 01
L’amore coniugale in tutto il suo sviluppo è cosa misteriosa. Vuol dire che la piccola esperienza umana che lo configura nasconde uno spessore inesauribile alla conoscenza.
Quello che un giovane e una ragazza sperimentano contiene una ricchezza che vale da sé al di là della consapevolezza che ne hanno e delle stesse intenzioni che li hanno mossi.

L’uno e l’altra dovrebbero capire che godono un dono che non può venire altro che dal Creatore. Quanto conoscono  nell’esperienza ha la capacità di essere sempre nuovo e di stupire per quanto vissuto da tutta l’umanità nel corso dei secoli.

La natura misteriosa dell’amore domanda che i protagonisti non presumano di impadronirsene, ma che si mettano nell’atteggiamento di chi vuole imparare servendo. Concretamente la natura umana è tale da chiedere al giovane di imparare la ragazza che ama e di non considerarla un possesso a sua discrezione e alla ragazza naturalmente la stessa cosa verso di lui.

L’uno e l’altra dovrebbero dimenticarsi di sé e inventare passi mai fatti per mettere il partner nelle condizioni migliori di libertà e di felicità. Quando il marito è messo in condizione di doversi difendere dalla moglie e lei da lui il misterioso afflato dell’amore resta mortificato e asfittico. L’uno e l’altra non dovrebbero mai chiedere, se ciascuno è attento ad anticipare il desiderio del partner. La donna dovrebbe coltivare il desiderio di lui in modo da fargli trovare la sua strada più  nobile e piena. All’uomo naturalmente il compito di contraccambiarla. Non si tratta di favorire i capricci, ma di coltivare il cuore del partner in modo che dia fuori il meglio di sé. Non c’è timore di esaurire la cosa, perché il cuore gode di un coefficiente di dilatazione illimitato. Durante la vita terrena non ci si può mai ubriacare abbastanza.   

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