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TRENT’ANNI DI SACERDOZIO, l’abbraccio di San Giovanni Paolo II e la sua omelia, Domenica 12 ottobre messa alle 10 in Sant’Ildefonso



Chi mi conosce sa che non mi va tanto di parlare di me e di mettermi al centro dell’attenzione. Ma una buona persona che mi conosce mi ha detto: dillo, che è una bella notizia. Ho provato e mi sono accorto, nel dirlo a qualcuno, che fa davvero piacere, induce a pregare, a ringraziare Dio del dono del sacerdozio…Allora mi sono convinto e diffondo la voce: domenica prossima 12 ottobre celebro una Messa alle 10.00, nella parrocchia di Sant’Ildefonso, a Milano, piazza Damiano Chiesa, zona fiera (molto vicina all’entrata dell’autostrada di viale Certosa) in ricordo e ringraziamento dell’ordinazione sacerdotale ricevuta da san Giovanni Paolo II, il 31 maggio del 1984, a san Pietro, Roma. Era la solennità

dell’Ascensione. 

Mi ha invitato il parroco don Antonio Suighi per concludere così le sante quarantore. E’ la mia parrocchia di origine a Milano, in quella zona abitano i miei genitori e i miei fratelli Stefano e Michele con le loro famiglie e i miei nipoti. Fu costruita e inaugurata quando ancora era in vita il card Ildefonso Schuster e in suo onore dedicata a sant’Ildefonso. Lì ho ricevuto per la prima volta il sacramento della confessione, la prima comunione, la cresima…e ho celebrato il 10 giugno di quell’anno la mi prima messa solenne. Era la Solennità della Pentecoste.
Per l’occasione ho cercato una foto dell’ordinazione e mi ha colpito in modo nuovo come il Papa di allora mi stringe con forza nell’abbraccio, come a volermi comunicare tutta la forza di Cristo, di cui lui era così grande portatore. Mi fido alla sua intercessione per ringraziare Dio dei benefici ricevuti e donati senza merito, per chiedere perdono dei peccati chiedere maggiore aiuto. Il secondo dopo il Papa che passava a imporre le mani sul capo dogli ordinandi inginocchiati sul grande tappeto della basilica, era mons. Alvaro del Portillo allora Prelato dell’Opus Dei e da pochi giorni Beato. Una grande compagnia di santi!
Ho ritrovato anche l’omelia dell’ordinazione. Mi colpisce la sinteticità, le parole scolpite nella meditazione. Mi immagino il pugno vigoroso di san Giovanni Paolo II che verga queste parole sul suo scrittoio, davanti al tabernacolo. Ve la propongo per lettura e meditazione. E’ breve e molto incisiva. Eccola:

1. “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra . . .” (Mt 28, 18). Secondo il testo del Vangelo di Matteo queste precise parole sigillano l’opera messianica di Cristo in terra. Esse direttamente precedono anche la sua Ascensione.
“Ogni potere . . .”.
Noi pensiamo al potere secondo le categorie che si riferiscono al dominio dell’ordine sociale, alla giustizia di questo mondo.
Gesù Cristo va oltre queste categorie. Il potere che gli è stato dato in cielo e in terra – il potere che gli è proprio – è la forza di offrire se stesso per la vita del mondo: la potenza della redenzione mediante l’amore.
Questa potenza ha raggiunto il suo zenit nel mistero pasquale. Il sacrificio della croce e la risurrezione sono il culmine di questa potenza.
Mediante l’Eucaristia, quel “potere” di Cristo – la forza di offrire se stesso per la vita del mondo – viene partecipata quotidianamente dalla Chiesa. Diventa il cuore stesso della sua missione e del suo servizio.
Voi, carissimi, ai quali è stato dato di ricevere il Sacramento del sacerdozio nella solennità dell’Ascensione del Signore, dovete averlo costantemente presente davanti agli occhi. Il sacramento del sacerdozio è legato strettamente all’Eucaristia. Cristo condivide con voi in modo del tutto particolare questo “potere” che è stato dato soltanto a lui “in cielo e in terra”.

2. Secondo il testo degli Atti degli apostoli (At 1, 8), Cristo risorto, prima di andare al Padre, ha rivolto queste parole agli apostoli: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”.
Oggi, nel corso della liturgia delle ordinazioni sacerdotali, preghiamo specialmente affinché scenda lo Spirito Santo. Cantiamo “Veni Creator Spiritus”, e ci apriamo con tutto il cuore ai suoi doni. Nella potenza dello Spirito Santo dovete ricevere e accogliere il sacramento del sacerdozio. Egli è creatore di questo sacerdozio in ciascuno di voi: “Creator Spiritus”.
La sua discesa è indispensabile.
Dato che dovete diventare testimoni, indispensabile è la sua discesa, indispensabile è l’intervento interiore della sua potenza.
Voi non avete udito con i vostri orecchi le parole di Gesù di Nazaret. Non lo avete seguito sulle strade di Galilea e di Giudea. Non lo avete visto risorto dopo la crocifissione. Non lo avete visto salire al cielo.
Eppure . . .
Dovete essere testimoni di Cristo crocifisso e risorto, testimoni di colui che “siede alla destra del Padre”.
Dovete essere testimoni di questo potere, che è stato dato a lui – e soltanto a lui – in cielo e in terra.
Anzi, dovete essere amministratori dell’Eucaristia e di tutti i sacramenti, nei quali questo “potere” è partecipato alla Chiesa per la salvezza del mondo.

3. Perciò, oggi, giorno in cui, come Vescovo di Roma, vi ordino sacerdoti, risento in modo particolarmente profondo ciò che leggiamo nella lettera di san Paolo agli Efesini dell’odierna liturgia.
Con le parole di questa lettera prego per voi e in pari tempo formulo voti affinché “il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui”;
perché illumini “gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati” (Ef 1, 17.18).
Proprio così. Che vi faccia comprendere la vocazione che lo Spirito Santo conferma oggi nei vostri cuori col sigillo del sacramento del sacerdozio.
Prego, e di cuore auspico, che il tesoro di gloria racchiuso nella sua eredità fra i santi e “la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti” (Ef 1, 19) rimangano in voi sempre vivi.

4. Accostatevi adesso per ricevere l’ordinazione sacerdotale. Quando vi prostrerete durante le litanie dei santi, si avvicini a ciascuno di voi, nel mistero della sua Ascensione, quel Cristo che è la pienezza: colui la cui pienezza “si realizza interamente in tutte le cose” (Ef 1, 23).

I preparativi per la prima messa solenne li curarono i miei parenti. Io stavo tra Pamplona e Roma per gli studi e l’ordinazione. Mio zio Aldo scelse un’ immagine della Madonna come ricordo. Il bambino Gesù dona una rosa alla Madre. Venerata a san Michele e santa Rita, che è la parrocchia in zona Corvetto dove si sono conosciuti i miei genitori, e dei miei nonni materni e paterni. Proviene dalla demolita chiesa di san Michele alla Chiusa (citata già nel 1171, dice il retro dell’immagine…)
Ogni anno il 31 maggio ricordo l’ordinazione con la festa della visitazione di Maria. Il 10 giugno, prima Messa era Pentecoste: era presente Maria. Il 12 ottobre, trent’anni dopo, è una festa mariana molto cara a san Josemarìa, la Madonna del Pilar, venerata a Saragozza, dove lui fece gli studi da seminarista. Mi affido a Maria, madre di Dio e nostra, per proseguire nel cammino aiutato dallo Spirito Santo, dagli angeli e dai santi del cielo, e dall’affetto e dal sostegno di tante sorelle e fratelli in Cristo. Il cento per uno.


3 pensieri su “TRENT’ANNI DI SACERDOZIO, l’abbraccio di San Giovanni Paolo II e la sua omelia, Domenica 12 ottobre messa alle 10 in Sant’Ildefonso”

  1. Alla Messa in S.Ildefonso: chiesa gremita, tanti bambini che hanno seguito attentissimi una bellissima omelia sulla vocazione sacerdotale, come è stata definita da altri parrocchiani .

  2. Alessandra Orlando dice:

    Questa immagine della Madonna l'ho presa nella Parrochhia di S.Rita al Corvetto molti anni fa e la tengo sempre con me.
    Domenica ero fuori Milano ma mi ricordo molto bene la tua ordinazione, venni a Roma con Maria Stefano e Stefania.
    Alessandra Orlando

  3. Unknown dice:

    Grazie Alessandra! anch'io ricordo bene la tua partecipazione!

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