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I PENSIERI DI GIUSEPPE, quarta domenica d’Avvento A

A. M. Trevisan, Il sogno di Giuseppe


Il 22 dicembre 2019,  quarta domenica d’Avvento nell’anno A, il Vangelo della messa ripropone l’annuncio dell’angelo in sogno a Giuseppe. Per commentarlo ripropongo, ridotti e leggermente modificati, dei passi del mio libro  “Giuseppe e Maria. La nostra storia d’amore”(Paoline, 2019, pag 55-61) da dove traggo anche l’acquerello originale di Anna Maria Trevisan “Il sogno di Giuseppe”.
Mt 1,18-24
Dal Vangelo secondo Matteo
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo;ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

“Appena rimasi solo fui assalito dai dubbi su come far fronte a questo avvenimento tanto più grande di me. Temevo di non esserne degno. Pensavo: se Dio non mi ha fatto sapere nulla, non posso prendere Maria come sposa: é sposa di Dio. Non posso apparire come padre del bambino che lui ha inviato. Mi costa infinitamente stare fuori dalla vita di Maria, ma lei adesso è terra sacra. Riflettevo: devo fare un atto che la sciolga dall’impegno di essere mia sposa. Un atto pubblico mi sembra impossibile. Dovrei dire: questo bimbo viene dall’Altissimo. Non mi crederebbero mai e la esporrei al rischio di lapidazione. Un ripudio in segreto. Se é necessario avere due testimoni, li sceglieremo insieme a Maria. Forse i suoi genitori o i miei. Ma lei non accetterà: come posso costringerla a svelare un segreto così grande che lei ha con Dio? I pensieri vorticavano. Mi giravo e rigiravo sul mio giaciglio. Mi assalivano gli incubi. Alla fine decisi: mi prendo la responsabilità di essere io il padre, e di lasciare in segreto Maria. Scompaio da questa città. Così la compatiranno e custodiranno come donna abbandonata e lei potrà crescere questo suo figlio e prepararlo alla missione che Dio gli ha affidato. Io fuggo in Egitto. Dove nessuno mi conosce. La decisione presa mi diede un po’ di pace, mi aiutò ad addormentarmi. Pregavo e dormivo, dormivo e pregavo. Invocavo il Signore che mi desse un segno per farmi capire se quello che stavo per fare era la sua volontà. Mi arrivò la risposta del Signore, in sogno, attraverso l’angelo. Mi sentii chiamato per nome: «Giuseppe». Aggiunse «figlio di Davide». Non «figlio di Giacobbe», come nella mia genealogia. Ero dentro questa storia per la mia discendenza da Davide. Il bimbo che Maria aveva in seno era il promesso a Davide. «Non temere di prendere con te Maria, tua sposa». Le parole di Dio guarivano la mia paura di entrare in un terreno sacro. Anche Maria veniva chiamata per nome come si fa nei matrimoni: Giuseppe e Maria, «mia sposa».  Continuò l’angelo: « Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo». Conferma di ciò che avevo intuito. « Ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù ». Maria darà alla luce il bambino. Io dovrò dargli il nome. Significa che gli sarò padre per la legge, per gli uomini, per la storia. Un nome che non dobbiamo scegliere con Maria, perché dice la sua missione che viene da Dio: Yeshua, che vuol dire Dio salva. « Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quel segno che Acaz non volle chiedere a Dio, per paura, io invece lo chiesi, lo ricevetti e lo compresi: «Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele». Nessuno aveva mai saputo spiegare per secoli quelle parole di Isaia. Quella profezia si stava compiendo in Maria, in quei giorni, e io ne facevo parte.”


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