Commento al Vangelo, Vangelo della domenica

Vita sempre perduta e sempre ritrovata

Duccio di Buoninsegna, Vocazione di Pietro e Andrea, Washington, National Gallery of Art

Commento al Vangelo della XXII domenica del tempo ordinario

Il 30 agosto, domenica XXII del tempo ordinario, leggiamo il seguito della professione di fede di Pietro a Cesarea di Filippo.
La reazione di Pietro alla rivelazione di Gesù provoca, subito dopo la lode di lui che abbiamo letto domenica scorsa, un rimprovero serio che Gesù gli fa per il suo pensiero riguardo al progetto divino della passione, morte e risurrezione di Cristo, che non coincide con il pensiero di Dio.

Mt 16, 21-27
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

I suoi discepoli alla sua domanda hanno risposto che la gente diceva che Gesù fosse Giovanni Battista, da poco decapitato da Erode, o Elia, che fuggiva da Gezabele che lo voleva uccidere, o Geremia, profeta inascoltato e perseguitato da re e sacerdoti.
Subito dopo Pietro è stato illuminato dal Padre su Gesù “figlio del Dio vivente”.
Quindi Gesù li ritiene pronti alla rivelazione sulla sua persecuzione “da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi”, da loro verrà ucciso e poi risorgerà.
Pietro, ricevuta l’investitura come pietra di fondamento della sua Chiesa e la promessa delle chiavi per sciogliere o legare, fa il suo primo intervento e sbaglia.
Fa’ un gesto di protezione di Gesù: “Questo non ti accadrà mai”.
L’ipotesi della persecuzione da parte dei capi religiosi del loro popolo lo sconcerta, è troppo forte per lui.

La parola risurrezione neanche l’ha sentita.
Non si accorge che nega verità alla parola del figlio del Dio vivente e si mette al posto suo a decretare ciò che conviene per la salvezza del mondo.
Ragiona secondo gli uomini, pensa che Gesù possa portare avanti la salvezza solo con discorsi e miracoli, e così ottenere il consenso di anziani, capi dei sacerdoti e scribi.
Alla fine tutti lo avrebbero acclamato re.
Ma non è questo il pensiero di Dio.
Gesù glielo dice con chiarezza e durezza.
Lo chiama Satana perché incarna la tentazione del maligno: conquistare il consenso di tutti i popoli della terra assoggettandosi al principe di questo mondo.

“Torna dietro di me Pietro”, cioè torna a seguirmi, ad ascoltarmi, ad essere discepolo.
A tutti chiarisce le condizioni per chi vuole seguirlo.
La prima, “rinneghi se stesso”, da capire insieme alla parabola dei talenti.
Gesù non vuole dai suoi un annullamento di sé, ma anzi un fiorire di tutte le capacità che ci ha donato, ma che sappiamo di non essere il centro del mondo, che vinciamo l’egoismo e ci spendiamo per amore.
La seconda, “prenda la sua croce”: non è la pura sofferenza che salva, quella conosciuta anche dalla sapienza umana, piuttosto è l’amore che salva e che viene avvalorato e comunicato dalla sofferenza accettata e dalla vita donata. Andrebbe compresa così: chi mi vuole seguire “prenda su di sé la parte di sofferenza per amore che gli è data nella storia della sua vita”.
La terza, “e mi segua”, significa “perda la sua vita nella mia per ritrovarla”: come me tocchi il lebbroso, conquisti la samaritana con l’acqua che non finisce mai, salvi l’adultera dalle pietre dei malvagi, si commuova per le pecore senza pastore e dia loro nutrimento, non rinunci ad annunciare il vangelo anche a costo della vita. Vita sempre perduta e sempre ritrovata.

Un pensiero su “Vita sempre perduta e sempre ritrovata”

  1. Silvia dice:

    Grazie per questa riflessione! La porto sicuramente nel cuore perché mi sembra un programma di vita cristiana.
    Se porto, per Amore, la parte di sofferenza che mi è data nella mia storia personale, nella mia vita di tutti i giorni allora posso stare tranquilla e serena che ti sto davvero seguendo
    Ti sento, ti vedo, sei il mio compagno di Viaggio.
    Perché é l’Amore che salva

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